Giovanni Paolo II – nel messaggio inviato in occasione del giubileo della comunità con le persone disabili – prospetta a tutta la Chiesa una nuova "esigenza missionaria", oggi ritenuta improrogabile: è ormai maturo il tempo in cui tutte le nostre comunità parrocchiali assumano il coraggio di vincere la paura delle varie diversità, accogliendo nel proprio grembo di “madre” che nutre con la fede tutti i suoi figli, ogni persona con difficoltà esistenziale, e tra queste in modo privilegiato i fratelli disabili.
In continuità con le precedenti indicazioni offerte dalla Conferenza Episcopale Italiana circa le persone disabili, l´Ufficio Catechistico Nazionale, con il suo Settore della catechesi dei disabili, ha promosso nelle diocesi varie iniziative di formazione catechistica e pastorale per l´animazione della comunità cristiana anche nei confronti di questi nostri fratelli e sorelle, secondo l’insegnamento dei Vescovi che ricordano come "il cristiano apprezza e ama la propria vita e quella degli altri, anche quando è sfigurata dalla sofferenza e appare assurda. Anzi, nella povertà e nella debolezza, riconosce una speciale presenza di Cristo e una possibilità preziosa di crescita e di fecondità spirituale" (CEI, "La verità vi farà liberi", 1024).