SALUTO DI S.E. MONS. GIUSEPPE BETORIIl mio benvenuto più cordiale a tutti voi, che partecipate a questo Convegno, il quale segna un momento importante per la Chiesa Italiana. Oggi, infatti, a sei mesi dalla sua promulgazione, viene in qualche modo consegnato al popolo di Dio per la mediazione dei sacerdoti, dei diaconi, dei catechisti e degli operatori della pastorale liturgica, familiare e giovanile il nuovo Rito per la celebrazione del Matrimonio cristiano.Sono passati trentacinque anni da quando, non molto dopo la conclusione del Concilio Vaticano II, la Sacra Congregazione dei Riti promulgava la prima edizione del Rito per la celebrazione del Matrimonio, subito tradotto in lingua italiana dalla nostra Conferenza Episcopale e divulgato nelle nostre parrocchie. In questi anni è proseguita unintensa riflessione teologica, liturgica e spirituale, che ha portato a una migliore comprensione del sacramento del Matrimonio, come dono di Cristo agli sposi cristiani ma anche come dono per la comunità. È una comprensione che fatica ancora a farsi strada; lo testimonia anche la persistente difficoltà nelle nostre parrocchie a leggere nel Matrimonio un sacramento per la Chiesa, da celebrare in medio ecclesiae e non in privato, nei luoghi più impensati e lontani dalla vita ordinaria della comunità cristiana.Il Catechismo della Chiesa cattolica ha precisato in maniera chiara che «lOrdine e il Matrimonio sono ordinati alla salvezza altrui. Se contribuiscono anche alla salvezza personale, questo avviene attraverso il servizio degli altri. Essi conferiscono una missione particolare nella Chiesa e servono alledificazione del popolo di Dio»...
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