Con gli orientamenti pastorali dellepiscopato italiano per questo primo decennio del Duemila, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, si è delineato e decisamente intrapreso un cammino pastorale con lobiettivo della «comunicazione del Vangelo ai fedeli, a quanti vivono nellindifferenza e ai non cristiani, qui nelle nostre terre e nella missione ad gentes»[1]. Questo obiettivo richiede che si ponga mano a un impegno di primo annuncio del Vangelo, sia perché cresce il numero delle persone non battezzate o che debbono completare liniziazione cristiana, sia perché molti battezzati vivono come se Cristo non esistesse; inoltre anche in quanti ripetono i segni della fede, non sempre alle parole e ai gesti corrisponde unautentica e concreta adesione alla persona di Gesù Salvatore.
Anche lItalia, come in generale tutta lEuropa, «si colloca ormai tra quei luoghi tradizionalmente cristiani nei quali, oltre a una nuova evangelizzazione, in certi casi si impone una prima evangelizzazione»: così scriveva Giovanni Paolo II, il grande missionario del mondo, nellesortazione apostolica Ecclesia in Europa[2]. In un contesto obiettivamente missionario, come il nostro, occorre riportare al centro di ogni Chiesa diocesana e di tutte e singole le comunità parrocchiali il primo annuncio della fede. È a questa meta che è esplicitamente dedicata la presente Nota pastorale, come risulta dalla struttura in cui essa è articolata.
Roma, 15 maggio 2005
Solennità di Pentecoste
S.E. Mons. Francesco Lambiasi
Presidente della Commissione Episcopale
per la dottrina della fede, lannuncio e la catechesi